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Ho fatto un sogno (Vittel 1943)
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Ho fatto un sogno, un sogno terribile: non c'è il mio popolo, il mio popolo non c'è più. Gridando mi sono destato: Ahimè! Ahimè! Quel che ho visto in sogno davvero mi è accaduto! "Ah, Dio Altissimo!" Invoco tremante: a quale scopo e perché il mio popolo è morto? A quale scopo e perché è morto invano? Non in guerra non in battaglia... Giovani, vecchi, anche donne e bambini: non ci sono, non ci sono più. Torcetevi le mani! Così piangerò, straziato, giorno e notte: a quale scopo, mio Signore? E perché, Dio? [ da La notte tace. La Shoah nella poesia ebraica, a cura di Sara Ferrari, Belforte ]
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